LONDRA – Se i laburisti dovessero tornare al governo, dovrebbero fare di tutto per riportare la Gran Bretagna in Europa se i costi della Brexit dovessero rivelarsi troppo alti. A dirlo è Owen Smith, lo sfidante di Jeremy Corbyn per la leadership del partito, in un’intervista alla Bbc. «È difficile rispondere – ha detto Smith quando gli è stato chiesto quali conseguenze l’uscita dalla UE prima delle prossime elezioni politiche avrà per il Regno Unito – perché è una domanda ipotetica. A quel punto, se la recessione fosse peggiorata e avessimo la prospettiva di altri dieci anni di austerità targata Tory, se dicessero che il prezzo per stare fuori dall’Europa è l’apertura dell’NHS alla competizione privata, penso che la risposta più adeguata da parte di un eventuale governo laburista sarebbe quella di dire che si sta molto meglio in Europa».
Smith non esclude nemmeno che un giorno la Gran Bretagna possa entrare nell’area Schengen, se questo fosse il prezzo da pagare per la riammissione: «Schengen? È possibile, ma di nuovo ci stiamo addentrando in ipotesi basate su altre ipotesi». Di una cosa, però, Smith è convinto: prima di chiedere l’applicazione dell’articolo 50, il governo di Theresa May deve dire chiaramente al popolo britannico con quali intenzioni e quali progetti si presenterà al tavolo delle trattative con la UE. «Se la May non lo facesse, mancherebbe ai suoi doveri – chiosa il candidato alla leadership del Labour, prima di aggiungere un punto molto importante -. Il mio ragionamento è semplice: una volta che si saprà qual è l’accordo (sulla Brexit), il popolo britannico dovrebbe essere chiamato a un altro momento democratico». In pratica, o un nuovo referendum o un’elezione generale.
Molto diversa la posizione dell’attuale segretario laburista Corbyn, secondo cui il risultato del referendum del 23 giugno scorso va sic et simpliciter rispettato.