GLASGOW – Tra Joey Barton e le controversie c’è una relazione che nulla riesce a scalfire. Né gli anni né l’esperienza né le tante disavventure capitategli riescono a tenere il centrocampista di Huyton lontano dai guai. L’ultimo colpo di genio è arrivato dopo la pesante sconfitta dei Rangers nel derby col Celtic. Nel primo allenamento dopo il ko nell’Old Firm, il buon Joey ha pensato bene di insultare allenatore e compagni. La risposta non si è fatta attendere, con una sospensione di una settimana che potrebbe diventare definitiva nonostante il giocatore, a mente fredda, abbia chiesto scusa.
I FATTI – Tutto è avvenuto prima dell’allenamento di martedì. In una riunione convocata dall’allenatore dei Rangers Mark Warburton per discutere della sconfitta nel derby, Barton ha cominciato ad attaccare i compagni. Non tutti hanno reagito bene e, quando gli è stato fatto notare, pare da Andy Halliday, che nella stagione precedente, senza di lui, la squadra aveva vinto praticamente tutte le partite, con la consueta grazia Joey ha risposto dicendo che è facile vincere in un campionato di merda contro team di merda. Le cose sono degenerate quando un altro giocatore ha aggiunto che il derby, nella passata stagione, i Rangers l’hanno vinto e anche in quel caso Barton era da un’altra parte. A quel punto, il bad boy per antonomasia del calcio inglese è esploso, tanto che il tecnico Warburton ha provato a fare da paciere. Mal gliene incolse, perché Barton ha cominciato a inveire anche contro di lui. A quel punto, la cacciata è stata inevitabile.

SCUSE – Due giorni dopo, sono arrivate le scuse di Barton. O, meglio, il tipo di scuse che ci si puà attendere da un tipetto del genere. In pratica, Joey ha ammesso di avere oltrepassato il limite nella forma, ma ha ribadito di avere avuto ragione nella sostanza. «Dopo la sconfitta nell’Old Firm di sabato – si legge nel comunicato diramato dal giocatore – nell’allenamento di martedì c’è stata una piena e franca discussione sul risultato e sulla ragioni della nostra sconfitta. Io, come tutti qui, voglio riportare i Rangers in cima al calcio scozzese. Nella discussione che abbiamo avuto ci sono stati confronti duri e sono state dette parole aspre. Solo parole, niente altro. Ciononostante, alcune parole da me usato hanno superato il limite. Essendo una persona che parla senza filtri, mi rendo conto che alcune cose che ho detto erano inappropriate e per questo mi scuso senza riserve. Non posso, però, chiedere scusa per il fatto di tenere così tanto alla vittoria e di volere che me stesso e i Rangers giochino molto meglio. L’allenatore ha ritenuto che alcune delle mie parole fossero inappropriate e mi ha chiesto di prendermi un po’ di tempo per riflettere su quello che ho detto. Ha giudicato fosse meglio che non mi presentassi all’allenamento fino a lunedì prossimo. Anche se penso che tutto questo non fosse necessario, rispetto la decisione dell’allenatore. Mi dispiace per quello che è successo e lunedì mi ripresenterò all’allenamento e farò tutto quello che è in mio potere per far dimenticare questo episodio». Per ribadire il concetto, Barton ha poi lanciato e immediatamente cancellato questo tweet: «Chiedere scusa non significa sempre che tu sei in torto e l’altro ha ragione. Significa che dai più valore alla tua relazione (con quella persona) che al tuo ego».
FUTURO – A questo punto, resta da capire se la situazione sia sanabile. Per ora né Warburton né i Rangers hanno voluto commentare l’episodio o dare chiarimenti sul futuro di Barton, che ha un contratto di due anni. Ciò che è sicuro, è che il centrocampista starà fuori nella sfida di questo fine settimana col Ross County.
Barton è arrivato a Glasgow sulla scia di una stagione molto tranquilla con il Burnley, con cui ha vinto il Championship inglese approdando in Premier League. Ma appena sbarcato in Scozia, si è fatto subito notare, dichiarando di volere diventare il miglior giocatore del paese. Prima dell’Old Firm, poi, ha dato della mezza sega al capitano del Celtic Scott Brown. Visto il 5-1 finale a favore dei biancoverdi, un boomerang niente male.