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L’Arsenal va a spasso sui resti di un Chelsea imbarazzante

LONDRA – Un Arsenal così bello non si vedeva da parecchio, soprattutto negli appuntamenti importanti. Così come da parecchio non si vedeva un Chelsea così brutto, soprattutto in difesa. E il 3-0 su cui si chiude il derby londinese di giornata sta anche stretto ai Gunners. Arsene Wenger festeggia nel migliore dei modi i suoi 20 anni sulla panchina biancorossa. Per Antonio Conte, invece, è il secondo ko di fila in campionato dopo quello casalingo col Liverpool. Non dovesse arrivare un buon risultato sabato prossimo a Stamford Bridge col Leicester City, per il tecnico pugliese l’atmosfera potrebbe diventare davvero pesante.

INCUBO – Pesante come la dichiarazione di Conte al termine del match: «Siamo un grande team solo sulla carta, non sul campo». Difficile dargli torto dopo una prestazione a tratti imbarazzante dei suoi. Per Gary Cahill un altro pomeriggio da incubo: primo gol regalato ad Alexis Sanchez con un retropassaggio scriteriato, secondo e terzo concessi con marcature a dir poco allegre su Theo Walcott e Mesut Özil. C’è da sperare che John Terry recuperi presto dall’infortunio, altrimenti per i Blues sono dolori. Anche se, come fa notare qualche tifoso sui social, è preoccupante che una squadra che punta al titolo debba affidarsi a un 35enne.

FESTA – Per i tifosi dell’Arsenal grande festa e per il risultato in sé e per la prova della squadra. L’ultima vittoria all’Emirates contro il Chelsea risaliva al dicembre 2010 (3-1); l’ultima in campionato al novembre dell’anno successivo (5-3 a Stamford Bridge con tripletta di Robin van Persie); l’ultima in assoluto nel Community Shield della scorsa stagione (1-0 a Wembley). Contro i Blues, i Gunners non segnavano da 6 incontri in Premier. «Abbiamo vinto con stile e forza – dice alla fine Wenger -. Uno punta sempre alla partita perfetta ma non la ottiene mai. Ma oggi abbiamo fatto un primo tempo quasi perfetto e davvero non è male»

ERRORI – La cronaca del match è impietosa. Arsenal in vantaggio all’11’ grazie a un retropassaggio da film dell’orrore di Cahill, che Sanchez intercetta depositando poi alle spalle di Thibault Courtois con un delizioso scavetto. Seconda rete 3 minuti dopo al termine di uno scambio tutto in velocità tra Özil, il giovane Alex Iwobi ed Hector Bellerín, con lo spagnolo bravissimo a trovare Walcott tutto solo davanti alla porta grazie a un’altra amnesia di un Cahill in completo stato confusionale. Terza e ultima botta per il malcapitato (e incolpevole) Courtois poco prima dell’intervallo su una conclusione sporca e beffarda di uno scatenato Özil lanciato da Sanchez e lasciato libero, tanto per cambiare, da Cahill (il tutto dopo una palla persa a centrocampo da un N’Golo Kanté che sembra il cugino pippone di quello visto la scorsa stagione trascinare al titolo il Leicester). Due soli i tiri verso la porrta del Chelsea in tutto il match: Willian di poco a lato sul 2-0, Michy Batshuayi a 5′ dalla fine fermato in uscita dal grande ex Petr Cech.

CAMBI – C’è davvero tanto da lavorare per Conte. La rincorsa al titolo sembra già compromessa, con ben 8 lunghezze di distacco dalla capolista Manchester City dopo solo 6 giornate. Ma i risultati che non arrivano sembrano l’ultimo dei problemi. La sensazione di impotenza che trasmette la squadra è a tratti imbarazzante. E l’impressione è che più che di un allenatore, per quanto bravo come l’ex ct azzurro, ci sia bisogno di un mago capace di trasformare le rape in pepite d’oro. Alla fine del derby, Conte non ha voluto infierire sui singoli. Ma se il patron Roman Abramovich vuole rivedere il suo Chelsea in cima al calcio inglese ed europeo, deve guardare a quelli che vanno in campo e non, come fatto negli ultimi anni, a quello che va in panchina.

Risultati 6ª giornata
Classifica Premier League
Foto di Pat Scullion

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