L'ex Premier britannico Tony Blair

Crimini di guerra britannici, Blair contro l’inchiesta

LONDRA – L’inchiesta sulle violenze delle truppe britanniche in Afghanistan e Iraq è una disgrazia e non avrebbe mai dovuto essere cominciata. Parole di chi quelle truppo ha mandato in guerra, vale a dire Tony Blair. La voce dell’ex primo ministro si aggiunge a quelle dell’attuale Premier Theresa May e del ministro della Difesa Michael Fallon, che hanno promesso in settimana di dare pieno appoggio ai soldati indagati. A tirarsi fuori dal coro è invece Jeremy Corbyn. Secondo l’appena rieletto leader del partito laburista, i lavori dell’Iraq Historic Allegations Team (IHAT) devono continuare senza intoppi.

ORDALIA – Il primo a parlare oggi è stato Blair, che si è affidato alle colonne del “Sunday Telegraph”. «Penso che l’inchiesta non si sarebbe dovuta nemmeno cominciare – il suo pensiero -. Mi dispiace davvero che i soldati e le loro famiglie siano sottoposte a questa ordalia. Le nostre truppe hanno fatto un lavoro straordinario in Iraq e in Afghanistan e questo tipo di inchiesta semplicemente rende il loro compito più difficile».

CONTINUARE – Di tutt’altro avviso Corbyn. «Ho parlato con tanti reduci dall’Afghanistan e dall’Iraq – ha detto alla Bbc – e conosco le orribili condizioni nelle quali sono stati chiamati a operare e le difficoltà che hanno dovuto affrontare. Ma dobbiamo essere consapevoli che abbiamo accettato le leggi internazionali a proposito del comportamento delle truppe. Quindi penso che ci debba essere un’inchiesta. Dire che non si deve mai procedere, sarebbe fare un passo di troppo».

LENTEZZA – L’inchiesta della IHAT è da tempo nel mirino della stampa conservatrice – dal “Daily Mail” al “Telegraph” passando per il “Daily Express” – secondo cui troppe volte sono state prese in considerazione accuse palesamente false ai soldati britannici, che hanno dovuto inoltre aspettare anni prima di essere scagionati a causa della lentezza dei lavori della commissione.

PROMESSE – Una campagna che sembra avere fatto breccia nel governo, tanto che prima il Premier Theresa May, poi il ministro della Difesa Michael Fallon hanno promesso di intervenire. La May ha assicurato che l’esecutivo farà ogni sforzo per impedire che il sistema giudiziario venga usato per portare avanti accuse chiaramente infondate. Fallon, pur dichiarando che l’IHAT deve continuare a lavorare altrimenti la Gran Bretagna rischia di essere portata davanti alla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja, ha promesso supporto legale alle truppe sotto inchiesta, che si occupa di presunti crimini avvenuti tra il 2003 e il 2009.

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