LONDRA – I diritti dei cittadini dell’Unione Europea che vivono nel Regno Unito non sono altro che una carta da giocare nei negoziati per la Brexit. Con la mancanza di filtri diplomatici che gli è propria, il ministro britannico per il Commercio estero, Liam Fox, mette fine a tutte le ipocrisie: al governo di Sua Maestà, il futuro di oltre 2 milioni di persone è del tutto indifferente, perché non sono altro che pedine da giocare al tavolo delle trattative che si aprirà entro la fine di marzo 2017, come annunciato dal Premier Theresa May.
DIVERSITÀ – Le dichiarazioni di Fox arrivano esattamente due giorni dopo le rassicurazioni della May sull’argomento. Finché sarò al 10 di Downing Street, ha detto in sintesi il primo ministro, lo status dei cittadini UE in Gran Bretagna non cambierà. Il ministro del Commercio estero evidentemente non ha sentito. O, se ha sentito, ha deciso di infischiarsene. Fatto sta che la sua posizione è completamente diversa e decisamente poco rassicurante.
RECIPROCITÀ – Al governo, dice Fox, farebbe piacere «di essere in grado di dare rassicurazioni ai cittadini UE che vivono nel Regno Unito, ma questo dipende dalla reciprocità da parte delle altre nazioni». Ogni altra strategia, questo il ragionamento, significherebbe «privarsi di una delle carte principali a nostra disposizione nei negoziati e non avrebbe senso in questo momento».
CINISMO – Il cinismo dell’osservazione di Fox non è passato inosservato e da più parti sono arrivati attacchi al suo indirizzo. «Fox deve capire che sta parlando di persone e non di fiches per il poker – accusa ad esempio il laburista Chuka Umunna -. Queste grossolane dichiarazioni farebbero arrossire persino Nigel Farage. Invece di giocare col loro futuro, Liam Fox e il suo governo dovrebbero fare la cosa più dignitosa e assicurare a tutti i cittadini UE che vivono qui che avranno il diritto di rimanere».
PARAMETRI – E delle rassicurazioni citate da Umunna i cittadini UE avrebbero davvero bisogno, perché al momento tre quarti di loro non rientrerebbero nei parametri per ottenere il visto di lavoro che sono applicati agli extracomunitari.
CONTROLLO – Di certezze, però, non v’è traccia. «Abbiamo sempre detto che quello che vogliamo è il controllo sull’immigrazione – è ancora Fox a parlare -. Se si chiede al popolo britannico che cosa pensa dell’immigrazione, ci si sentirà rispondere che le persone che vengono in questo paese e contribuiscono alla ricchezza generale sono le benvenute. Per coloro che vengono nel paese solo per consumarne le risorse senza avere mai prodotto nulla il discorso è completamente diverso».
STRETTA – Le dichiarazioni di Fox arrivano in contemporanea con quelle del ministro dell’Interno Amber Rudd, che è arrivata a proporre l’obbligo per le aziende di segnalare il numero di lavoratori stranieri da loro impiegati e ha annunciato una stretta sull’immigrazione studentesca. Tutte prese di posizione che hanno provocato la sdegnata reazione di un’altra esponente del partito conservatore, Anna Soubry, secondo cui questo tipo di retorica non fa altro che fomentare i sentimenti più retrivi della popolazione, mentre la politica avrebbe il dovere di smorzarli.
STUDI – Fra l’altro, tutti gli studi condotti negli anni, ultimo in ordine di tempo quello della prestigiosa London School of Economics, hanno dimostrato che l’immigrazione dall’Unione Europea non ha avuto nessun impatto negativo su occupazione, salari e servizi pubblici. Il che fa risaltare ancor di più il cinismo di Fox e soci.