UKIP

UKIP nel caos, si dimette l’erede di Farage

LONDRA – È durata meno di tre settimane – per essere precisi, 18 giorni – l’avventura di Diane James alla guida dell’UKIP. Troppo pesante, evidentemente, l’eredità di Nigel Farage, che aveva lasciato la guida del partito indipendentista dopo il referendum sulla Brexit del 23 giugno, che aveva coronato il suo sogno di portare la Gran Bretagna fuori dall’Unione Europea.

APPOGGIO – Farage era stato uno dei sostenitori più accesi della candidatura di James alla sua successione e, forte di questo endorsment, l’eurodeputata aveva vinto con un plebiscito. Ma il partito non è mai stato veramente con lei, come la stessa James ha tenuto a far sapere nel suo messsaggio d’addio: «È diventato chiaro che non ho sufficiente autorità né il pieno appoggio dei colleghi europarlamentari e dirigenti del partito per portare avanti i cambiamenti che ritengo necessari e sui quali ho basato la mia campagna». La James ha citato anche ragioni personali, riferendosi probabilmente a un brutto episodio avvenuto recentemente alla stazione Waterloo di Londra, dove è stata raggiunta dallo sputo di un contestatore.

BOTTA – Per l’UKIP è una brutta botta in termini d’immagine e in termini di organizzazione. Non si sa infatti chi in questo momento sia tecnicamente il leader del partito. L’elezione della James non è mai stata ratificata dalla Commissione elettorale, come vuole la legge. Di conseguenza, Farage è, sempre tecnicamente, ancora il boss. Il diretto interessato ha però più volte ribadito l’irrevocabilità della sua decisione di lasciare la politica attiva. «Non tornerei nemmeno per 10 milioni di sterline» ha dichiarato infatti immediatamentre all’Associated Press.

CANDIDATI – Il presidente Paul Oakden non è completamente convinto: «Nigel ha il partito nel cuore e farà quello che ha sempre fatto. Sarà pronto a servire, non ho dubbi, in ogni modo possibile, perché siamo sinceri, saranno due mesi duri». Tra i possibili candidati per la successione, l’ex capo dello staff di Farage, Raheem Kassam, e Lisa Duffy, che ha già corso contro la James.

MISTERO – È mistero sui tempi per eleggere un nuovo leader, anche se ovviamente si cercherà di fare il prima possibile. «Convocherò subito una riunione d’emergenza del Comitato esecutivo nazionale per dare il via al processo per la sostituzione di Diane James» dice a questo proposito Oakden. Probabilmente, ci vorranno almeno due settimane.

DISCORSO – James, eurodeputata per il collegio dell’Inghilterra sud-orientale dal 2014, 56 anni, al momento del discorso di accettazione, aveva promesso di dare nuovo vigore all’UKIP: «Confonderemo i nostri critici, saremo più furbi dei nostri oppositori e continueremo a incassare successi elettorali». In meno di tre settimane, tutti i suoi buoni propositi sono andati a farsi benedire, gettando nel caos il partito.

CADUTA – La James era passata all’UKIP nel 2011 e aveva ottenuto fama nazionale nel 2013, quando per poco non era riuscita a conquistare un seggio a Westminster in un’elezione suppletiva in un collegio ritenuto roccaforte dei liberaldemocratici. Era finita sui giornali nuovamente nel 2015, dopo avere dichiarato tutta la sua ammirazione per Vladimir Putin, soprattutto per l’impegno asnche militare del presidente russo in Ucraina. Ora la caduta. Perché, come ha chiosato il presidente dell’UKIP, Oakden, «essere leader è molto più difficile che candidarsi alla leaderhip». Difficile dargli torto.

Foto di Diamond Geezer

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